Wine Art, sapore di mare. Ma non di sale. Perché qui ogni piatto è pensato secondo le regole dell’armonia: lo chef, come con un’orchestra, mette d’accordo strumenti e ingredienti. Così, i sapori si vengono incontro, scendono a patti in quanto a dolcezza e acidità, predominanza e delicatezza. Succede sempre nelle più belle storie d’amore, in fondo.

Siamo a Rende (Cosenza) in via Don Minzoni: le pareti rosse danno spazio a riproduzioni pop e bottiglie e cassette di vino, tanto vino. Sugli scaffali, la partita Italia-Francia finisce sempre con una coppa. Da riempire. Bollicine di casa nostra e champagne d’oltralpe delle maison più prestigiose sono pronte a scendere in campo, e a tavola, insieme a vini fermi ma che provengono da terroir vicini e lontani. 

Scelta ampia quanto semplice: un tablet a disposizione dei clienti permette di sfogliare, sotto la guida del maître, la carta organizzata per tipologie e gusti. 

Ed è sempre con lui che si costruisce il menù: oltre agli habitué della lista, la cucina propone new entry in base al pescato del giorno. Crudi, caldi e freddi: il mare resta ancorato alla tradizione ma si lascia sedurre da uno stile gourmet. Mette un abito sofisticato, insomma, e non rinuncia nemmeno al profumo: sugli scampi, ad esempio, si può nebulizzare una fragranza al bergamotto.

Ravioli ripieni di gamberi e cernia con sugo di datterini gialli e olive.

E a proposito di stile, i gamberi testa viola crudi vengono flambati con grappa Dom Pérignon, i tonnarelli si fanno black su un letto d’inchiostro con crema di piselli e ciuffi di seppia pugliese e i fusilli green quando i crostacei sposano il pesto di rucola. Ravioli, tagliolini e paccheri cedono il passo a zuppe, tartare, guazzetti e ancora a fondute e insalate. Non manca poi il richiamo alla terra se nel piatto finisce una carbonara con lardo di Colonnata e tartufo del Pollino o un giro di formaggi da degustare con frutta e miele. 

Si mangia tutto con gli occhi ancor prima di armarsi di forchetta e coltello. Mise en place e colori fanno la gioia dei palati più social che scattano foto e condividono stories. D’altronde, il locale ha il suo hashtag: #soloqualità, un inno al mangiare bene, in realtà, a suon di ricette che fanno scuola quanto a materie prime. Tutte cucinate a regola… d’art. Wine Art.